Weber e l’opera nazionale tedesca
La grande opera del romanticismo in musica è la dissoluzione degli schemi formali classici e la sostituzione ad essi di una forma che non conosce schemi preconcetti, ma è costruita direttamente sull’ispirazione e sull’intuizione della fantasia e non si prolunga neanche per una battuta in più della reale ispirazione. Un’opera così, ovviamente, non si compì di colpo, ma attraversò fasi successive, e agì prima sul contenuto che sulla forma dell’arte. Fu necessaria una radicale riforma del linguaggio musicale per renderlo aderente alla mobilità degli stati affettivi e alle instabili variazioni della vita dello spirito. Tutti gli elementi dinamici della musica vengono favoriti e potenziati, mentre la statica simmetria, l’equilibrio delle relazioni tonali vengono rotti e preferiti a un dinamico e incessante fluire di modulazioni. Il perfezionamento del gusto timbrico fu un altro aspetto, più esteriore, ma sviluppato fino a risultati di enorme importanza, della consapevole volontà espressiva prodotta dal romanticismo.
Il romanticismo artistico e letterario fiancheggiò volentieri il moto politico ottocentesco di crescente affermazione della nazionalità, avvicinandosi all’anima del popolo e studiandone le usanze. La musica partecipò largamente in questa direzione e specialmente l’opera vi trovò finalmente una via maestra. I Tedeschi dicono fermamente che opere teatrali come “Il Ratto dal Serraglio”, “Il Flauto Magico”, “Il Fidelio” e il “Freiscutz”, hanno fatto la storia dell’opera tedesca e di conseguenza hanno fondato l’opera nazionale tedesca. Il “Freischutz” di Carl Maria von Weber non è soltanto un opera di lingua tedesca, con passi di recitazione in prosa secondo l’uso della forma del Singspiel, ma è un saggio d’interpretazione dell’anima popolare tedesca, con una sua inclinazione al mondo fantastico e col suo amore verso la natura. Il senso strumentale è la grande arma con cui Weber riesce a penetrare e a rendere il senso della natura, addentrandosi nelle profondità misteriose della foresta, i cui echi risvegliano rauchi accenti del corno. Questo strumento, così romantico nell’imprecisione del suo timbro che evoca lontananza, inoltre, nessuno meglio di Weber ha saputo sollevare, per mezzo del clarinetto (uno degli strumenti da lui preferiti) alcuni gridi di dolore e di spavento che sembrano il lamento di un dannato attraverso le foreste. La poesia dei timbri strumentali, di cui Weber è stato maestro raro, era da lui sentita con tanta struggente intensità ed era sempre subordinata alle necessità espressive e determinata dal dramma. Egli rimane sempre amante del virtuosismo orchestrale, di piccole e normali orchestre, del virtuosismo brillante e capriccioso, della gioia acrobatica del solista nel dominio delle difficoltà, della moltiplicazione vertiginosa delle note, i quali sono caratteri propri della sua ispirazione, specialmente al di fuori del dominio drammatico : nelle Sonate per pianoforte, nella musica da camera con clarinetto (Duo concertante op. 48, Quintetto op. 34), e nei pezzi da concerto come l’”Invito alla danza”, “Il Rondò brillante”, il Concerto per clarinetto n° 1 op. 73, il Concerto per clarinetto n° 2 op. 74, il Concertino op 26, ecc. Weber va anche oltre l’ambito strettamente nazionale fino a una vena discreta d’ ecclettismo: infatti si trovano nella sua opera strumentale, oltre a polacche e scozzesi, generi musicali internazionali, come variazioni sopra un tema russo, norvegese o zingaresco.
L’ispirazione melodica di Weber ha un non so ché di vigoroso, virile, ardente e ben delimitato, che l’ultimo periodo del romanticismo a poco a poco perderà. Infine, l’influenza dell’opera di Weber fu incalcolabile sugli altri operisti tedeschi di transizione e su Richard Wagner, almeno per le prime opere fino al “Tannhauser”.