La musica klezmer

04.02.2015 16:23

               

 

 

Cos’è la musica “klezmer”? Negli ultimi anni viene chiama così un tipo di musica popolare di vaga sembianza est europea, balcanica, zigana. È un genere che piace quasi sempre, affascina, fa battere il piede, riporta al passato immaginario ed esotico del popolo, antico viaggiatore, che l'ha creata.

Analizzando il significato della parola “Klezmer” (Kley e Zemer), che tradotta significa “strumenti di canto”, si può capire che questa musica nasceva come canto di vecchie melodie dal carattere intimo. Infatti, in Ucraina queste melodie cantate si eseguivano solo nelle loro case e durante le feste private. Erano le case e le feste dei sopravvissuti alla Catastrofe, dove la gente oppressa dalle loro perdite si trovava, incredula e felicissima di essere viva. Questa era la loro Musica, miracolosamente sopravvissuta con loro. Quando ballavano o cantavano i canti stranamente orientali, riuscivano a trasmettere quel senso di grande dolore e, nello stesso tempo, dell’altrettanta immensa gioia della vita, che da sempre significa  l'essenza della vera Musica ebraica. Quindi la musica Klezmer è “Musica dell’anima”. Essa viene da una interiorità profonda e vuole raggiungere il cuore.

Nel mondo yiddish ( il mondo ebraico del centro ed est Europa) da secoli la musica che non era il semplice canto popolare si poteva ascoltare solo nelle sinagoghe (l'antica arte del khasanut, il canto religioso) o durante le feste dei matrimoni. Gli esecutori di queste musiche, in entrambi i casi,  erano professionisti: i KHASANIM, erano i cantanti sinagogali, mentre i KLEZMORIM, erano i tanto amati musicisti delle feste. I rabbini tedeschi del Medioevo consideravano questi ultimi poco più che dei pagliacci, che distraevano il popolo dalla contemplazione seria dell' esilio e dalla vita sobria e quieta in attesa dell'avvento del Messia. Tuttavia la gente li ammirava, aveva bisogno di loro. Alcuni klezmorim famosi, grazie alla loro abilità straordinaria di far piangere e ridere i loro strumenti, sono entrati nelle leggende popolari ed erano seguiti e celebrati come le pop-stars di oggi. Con l'avvento del chassidismo, quel grande movimento popolare della rinascita spirituale ebraica del 1700, i klezmorim hanno acquisito una certa rispettabilità anche negli ambienti religiosi. In questo modo le danze suonate ai matrimoni chassidici diventavano così le danze sacre.

I Klezmorim,  insieme ai Rom,  erano gli unici musicisti professionisti nei vasti territori dell'Ucraina, Bessarabia e Bielorussia, e suonavano spesso per i non ebrei, sviluppando così il vastissimo repertorio dei brani appartenenti ad altre tradizioni. Proprio per questo, oggi è spesso difficile distinguere la melodia klezmer da quelle romena, balcanica, ucraina. La differenza non è nelle note, ma nel diverso modo interpretativo. Per musica klezmer, o musica dei klezmorim, s’intende la musica strumentale degli ebrei ashkenaziti dell’Europa dell’est. In effetti, a partire dagli anni ’70 in America, e in seguito anche in Europa, un po’ sulla scia del successo della musica etnica, c’è stata una grande rinascita di questa musica. Ci si è basati su vecchie registrazioni perché la linea diretta di trasmissione di questa musica si è interrotta per tutto quello che è successo in Europa nel periodo della Guerra, inoltre questa, come anche la musica etnica, non è musica scritta. La musica klezmer, come quella dei rom, non è musica popolare nel senso comune, quanto piuttosto musica creata ed eseguita da musicisti professionisti, che si guadagnavano da vivere esibendosi nelle feste, soprattutto matrimoni, e tramandavano la loro arte di padre in figlio. I klezmorim e i musicisti rom, si dividevano una grande fetta di “mercato”, che andava dall’Ucraina e Bielorussia all’Ungheria, fino alla Romania. Ciò vuol dire che questi paesi  avevano la propria musica popolare, ma gli strumentisti di questi paesi non erano professionisti, ma erano musicisti di villaggio, contadini o artigiani che sapevano suonare uno strumento.  Una caratteristica importante della musica klezmer è che questa musica nei secoli passati costituiva per gli ebrei l’unica forma di espressione musicale, ed era musica destinata al puro ascolto.

Esiste un romanzo di Sholom Aleichem ( vedi foto sopra), scrittore yiddish del secondo ‘800, “Stempeniu”, che, narrando appunto di questo leggendario violinista klezmer, ci fornisce una interessante testimonianza di come si svolgevano queste esecuzioni: il “concerto” del famoso strumentista era un momento molto importante della festa; alla fine, lui se ne andava e solo allora cominciavano le danze, lasciando il compito della musica agli allievi o comunque a musicisti meno qualificati.

Il rinnovato interesse per la musica klezmer nell’America degli anni ’70 in realtà si è limitato a questa musica da ballo, meno impegnativa, che è stata subito adattata al gusto musicale dell’America, mischiandovi insieme elementi di tango, valzer, polka, e specialmente, di jazz e swing, inoltre diversi gruppi di klezmorim stabilitisi in America sono lentamente diventati musicisti di swing.

Come Bѐla Bartók all’inizio del secolo andava nelle campagne della propria terra a registrare i canti popolari, così nell’Ucraina degli anni ’20 un altro “pioniere”, Moshe Beregovski, registrava e trascriveva per la prima volta centinaia di melodie tradizionali, attraverso i moderni strumenti dell’etnomusicologia. Questa musica si basava sui canti della sinagoga, ed usava le antiche scale modali con l’intervallo tipico di 2° aumentata, molto simili a quelle della musica araba. Gli abbellimenti e in generale l’approccio melodico è basato sul canto di sinagoga, quindi sulla voce e sulla declamazione di un testo della Bibbia; tuttavia nella musica strumentale il testo non c’è, ed è proprio questa la caratteristica assolutamente tipica della musica klezmer, che la distingue dalla musica dei rom: essa è un linguaggio strumentale “parlato” e la musica non viene scritta. L’unica fonte scritta che esiste  è il patrimonio di melodie, pure e semplici, senza abbellimenti, così come le ha trascritte Beregovski.

Gli strumenti musicali utilizzati più spesso in questa musica sono: il violino, il clarinetto e il contrabbasso che sono quelli tradizionali, l’inserimento della fisarmonica, come strumento non tradizionale, ha una funzione per lo più armonica; lo strumento originale sarebbe stato piuttosto il cymbalon. Si può dire che di regola violino e clarinetto svolgono parti melodiche, mentre contrabbasso e fisarmonica costituiscono la sezione ritmico-armonica.

La musica Klezmer non si può realizzare con il linguaggio e lo stile strumentale della musica classica, in quanto è un linguaggio libero e inoltre bisogna “parlare”, ed anche piangere e ridere con gli strumenti, in questa strana lingua che è lo yiddish, una sorta di bizzarro dialetto medievale tedesco contaminato da molte parole ebraiche. Inoltre, diversamente dalla “musica classica” di oggi, questa musica deve restare non scritta, proprio per mettere in risalto l’immediatezza dell’espressione che altrimenti si perderebbe se venisse scritta.

 La religione ebraica ha sviluppato il concetto di  “attaccamento a Dio”, e la musica deve attingere anch’essa ad una dimensione superiore, spirituale. La musica, oggi come allora, deve scuotere, muovere, commuovere fino alle lacrime, così come avveniva con la lettura nella sinagoga. Questa è musica che parla della vita, della sua dimensione tragica, ma anche comica; la vita è tragica, ma va vissuta, perché non vi è alternativa: questo è il suo messaggio ultimo.