Il grande clarinettista Ernesto Cavallini nella scuola italiana di clarinetto

30.08.2013 14:38

           

 

La scuola italiana di clarinetto, all'inizio è stata caratterizzata da alcune figure importanti, tra cui: Benedetto Carulli (1797-1877), e il suo allievo Ernesto Cavallini (1807-1874), il quale può considerarsi il più grande clarinettista italiano di tutti i tempi. Nato a Milano il 30 agosto 1807, studiò con Benedetto Carulli al Conservatorio di Milano e si distinse da subito nell'ambiente musicale milanese.

Ernesto Cavallini fu clarinettista al Teatro Re di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia, al Teatro Carcano di Milano, al Teatro della Canobbiana e al Teatro alla Scala di Milano. Effettuò importanti tournèes come esecutore in Italia e in Europa, con i maggiori virtuosi della sua epoca, riscuotendo enormi consensi.

In Italia Ernesto Cavallini diede concerti in tutti i più grandi teatri, acquisendo la reputazione di clarinettista con un’abilità superiore alle leggi dell’arte e della natura.

Ernesto Cavallini suonò inoltre a Madrid, dove ebbe modo di conoscere Antonio Romero, al quale dedicò Tre Variazioni sulla romanza russa “Oh! dites lui” per clarinetto e pianoforte.

Nel 1842 Cavallini era a Parigi nel periodo in cui il clarinetto “Onnitonico” a 13 chiavi di Müller era ben affermato e quando Louis-Auguste Buffet aveva inventato il clarinetto sistema Boehm. Tuttavia, sembra che Cavallini non riusciva ad abbandonare il suo clarinetto di bosso a 6 chiavi (con la canna posta al contrario).

Dal 1852 al 1867, Ernesto Cavallini fu solista a corte e nell’orchestra del Teatro Imperiale di San Pietroburgo ed ebbe modo di incontrare Giuseppe Verdi, il quale ebbe modo di apprezzarne il suo talento virtuosistico, tanto che per lui scriverà l’assolo del terzo atto dell’opera “La Forza del Destino”, rappresentata a San Pietroburgo nel 1862 per la prima volta.

 

 

 

Sempre a San Pietroburgo, Ernesto Cavallini conobbe Anton Rubinstein, famoso pianista e compositore, che lo invitò a ricoprire il ruolo di primo professore di clarinetto nel Conservatorio da lui fondato nel 1862. Nel 1870, ottenuta la pensione e ritornato in Italia, Ernesto Cavallini fu maestro di clarinetto presso il Conservatorio di Milano, dove ebbe come allievi Enrico Gozzi e Luigi Maldura.

Egli compose diversi pezzi da concerto. Gli si deve una Fantasia su alcuni motivi de “La Sonnambula” di Vincenzo Bellini, per clarinetto e orchestra o clarinetto e pianoforte.
Nella sua vasta produzione hanno particolare rilievo i dodici Duetti e i trenta Capricci op. 1-5 che sembrano trasferire allo strumento le più concitate e originali difficoltà destinate al violino da Paganini. Malgrado Cavallini, suonasse con un clarinetto a sei chiavi, la sua tecnica era cosi brillante che il celebre clarinettista inglese Henry Lazarus, gli attribuì la definizione di “Paganini del clarinetto”.

Ernesto Cavallini fu insignito di importanti onorificenze. Fu nominato membro onorario delle Accademie delle Belle Arti di Parigi e Firenze, “Virtuoso da Camera” della Duchessa di Modena e Parma Maria Luigia e membro delle Società Filarmoniche di Roma e Bergamo.

Ernesto Cavallini morì a Milano il 7 gennaio 1874 e ai suoi funerali furono presenti i più grandi musicisti di Milano, per rendere meritato onore a questo celebre protagonista della scena musicale dell’800.