CLAUDE DEBUSSY : “Première Rhapsodie” pour clarinette et orchestra…………un concerto di colori musicali.
Nel febbraio 1909 Gabriel Fauré, compositore e organista francese, che dal 1905 era stato nominato direttore del conservatorio di musica di Parigi, invitò Claude Debussy (1862-1918), a quell’epoca al culmine della sua carriera artistica, a far parte del Consiglio superiore dell’Istituto. Debussy accettò di buon grado e diventò membro della commissione per gli strumenti a fiato, partecipando come esaminatore alle prove d’esame dei diplomandi di tali strumenti. Questo incarico gli era reso più stimolante dall’interesse che aveva sempre nutrito per i fiati, e in particolare per la famiglia dei legni. Dall’entusiasmo di questo incarico, nacque il suo proposito di comporre due pezzi destinati alle prove di concorso per clarinetto. Si trattò della “Première Rhapsodie pour clarinette en si bémol” con accompagnamento di pianoforte, iniziata verso dicembre del 1909 e completata nel seguente mese di gennaio, e di una “Petite pièce” destinata alla prova di lettura a prima vista nelle prove d’esame del 1910. Dell’uno e dell’altro brano nel 1911 Debussy fornì la versione per orchestra. Infatti, in quell’anno il compositore presentò al pubblico della “Société Nationale Indépendente” la Rhapsodie in versione orchestrale, affidandone l’esecuzione al clarinettista Paul Mimart, cui la composizione è dedicata. Nel brano si evidenziano oltre un’attenta ricerca delle possibilità sonore ed espressive del clarinetto, anche il profilarsi di un rinnovamento musicale nello stile sinfonico di Debussy, che era già iniziato qualche anno prima nei “tre schizzi sinfonici” di “La Mer” (il mare).
Il discorso musicale di Debussy nasce dall’accostamento privo di conseguenzialità logica di immagini istantanee, che si rinnovano continuamente e si sottraggono a ogni divenire grazie ad un tessuto armonico in cui le attrazioni tonali o sono neutralizzate o sono rese ambigue (in particolare mediante l’impiego intensivo della scala per toni interi). L’interesse per lo svolgimento del discorso musicale, in tutta la musica di Debussy, successiva a “La mer”, viene sostituito dall’interesse per i valori momentanei del discorso musicale, assaporati nella loro isolata presenza indipendentemente da un prima e da un poi. L’orchestra, nelle composizioni da concerto di Debussy, si svincola da ogni tradizione dialettica strumentale per fornire immagini raffinatissime e quasi dotate di vita autonoma, rivelando un’autosufficienza della dimensione coloristica. Infatti, il cangiare del colore orchestrale, il succedersi delle intuizioni armonico-timbriche, assumono un peso formale decisivo e le trasformazioni del suono tendono a fondare una logica nuova, che si sostituisce a quella della elaborazione tematica. Quindi, la delicatezza dei colori armonici e timbrici, accostano la musica di Debussy alla pittura dei simbolisti e degli impressionisti.