Bernard H. Crusell – Concerto per clarinetto n° 3 0p. 11

09.03.2013 17:00

 

 

Tra i più importanti e più noti compositori classici finlandesi del panorama internazionale è sicuramente Sibelius, però prima di lui era Bernard Henrik Crusell, il quale assunse una posizione di rilievo nel mondo della musica svedese. Clarinettista e compositore, B. H. Crusell, nacque il 15 ottobre 1775 a Nystad, Finlandia, quindi ha vissuto a Stoccolma dal 1791 al 1838 dove morì.

La Finlandia nel 1801 era un paese di grande ristagno musicale. Il centro delle attività musicali era Turku, dove la compagnia di musica, fondata nel 1790, svolse un lavoro prezioso per promuovere la musica, istituendo anche una propria orchestra. Alla fine della guerra nel 1808 – 09, la Svezia cedette la Finlandia alla Russia, ed Helsinki fu fatta capitale del nuovo autonomo Granducato di Finlandia nel 1812. L’Università musicale venne trasferita a Helsinki dopo il grande incendio di Turku, nel 1828 e questo comportò la fine del ruolo di Turku come centro della vita musicale finlandese.

Figlio di un semplice rilegatore, Bernard Henrik Crusell ricevette la sua prima educazione musicale da un clarinettista della banda del reggimento di Nystad all’età di otto anni. Nel 1788 diventò un musicista volontario nella banda militare di Sveaborg a Viapori (oggi Suomenlinna), l’isola fortezza vicino Helsinki e nel 1791 fu trasferito a Stoccolma, dove diventò un musicista di corte due anni dopo. Dal 1793 al 1833 lavorò per quarant’anni come clarinettista principale dell’orchestra della corte reale. Dal 1798 studiò clarinetto con Franz Tausch a Berlino, dove diede concerti sia lì che ad Amburgo. In Svezia diventò un solista distinto, eseguendo concerti solistici e cameristici di Peter Winter, Krommer, Beethoven, Mozart e altri, così come le sue composizioni, diventando alla fine un clarinettista virtuoso di fama internazionale.

Intorno al 1800, Crusell suonava prima con l’ancia sul bocchino rivolto verso l’alto, e poi con l’ancia rivolta verso il basso, che favoriva una esecuzione più cantabile. Dopo il 1810, Crusell suonò con un clarinetto a 11 chiavi costruito dal fabbricante di Berlino Heirich Greuse. A Stoccolma Crusell studiò teoria musicale e composizione con Daniel Blitz e l’abate Vogler dal 1786 al 1799. Nel 1803 studiò composizione con Berton e Gossec, e  clarinetto con Saverio Lefèvre nel corso di un soggiorno di sei mesi a Parigi. Oltre a scrivere musica strumentale per il suo uso personale, Crusell ha anche composto opere per gli strumenti a fiato dei suoi colleghi dell’orchestra di corte.

Lo stile musicale di Crusell segue il genere del classicismo viennese del periodo, ma ha anche influenze derivate dall’opera francese che conobbe attraverso il suo lavoro con l’orchestra di corte. Le sue opere più importanti sono state scritte tra il 1803 e il 1812: 

 

 

·         3 Concerti per clarinetto e orchestra d’archi (n° 1 op. 1 in mi b magg., n° 2 op. 5 in fa min. e n° 3 op. 11 in si b magg.);       

·         1 sinfonia concertante per clarinetto, corno e fagotto (op. 3);

·         3 duetti per due clarinetti (op. 6);

·         Introduzione e variazioni per clarinetto e orchestra (op. 12);

·         3 quartetti per clarinetto, violino, viola e violoncello (op. 2 in mi b magg., op. 4 in do min. e op. 7 in re magg.).

 

 

Il passaggio dal classicismo al romanticismo si fece attendere in Finlandia. Dopo Crusell la Finlandia dovette aspettare fino alla fine del secolo per  compositori di elevata qualità come: Kajanus, Mielck e il celebre Sibelius, dove fino ad allora pochissima musica orchestrale venne scritta.

Crusell ha scritto quindi un notevole corpus di musica da camera, dove anche qui il clarinetto ricopre un ruolo da protagonista, in modo particolare nei tre quartetti per clarinetto. Mentre Crusell fece un uso efficace del potenziale virtuosistico del clarinetto nei suoi concerti, le parti per clarinetto nei quartetti, al contrario non sono molto impegnative. Infatti, i quartetti vennero scritti più per essere eseguiti nei saloni da abili dilettanti, piuttosto che per le sale da concerto. Tuttavia la scrittura vede il clarinetto con un ruolo guida, mentre gli archi svolgono per lo più una funzione di accompagnamento. I quartetti per clarinetto rientrano nella normale struttura in quattro movimenti: Allegro – Adagio – Minuetto – Allegro.

Il primo quartetto op. 2 in mi b maggiore differisce leggermente dagli altri solo per il fatto che il primo movimento ha una sezione introduttiva lenta. Il secondo quartetto op. 4 in do minore è quello più melodico e sobrio, il quale per la sua scrittura in tonalità minore rende il lavoro più contenuto rispetto agli altri. Quello più brillante nel carattere dei tre è il terzo quartetto op. 7 in re maggiore, il quale è stato scritto anche in una versione per flauto e archi con l’indicazione d’opus 8.

I tre concerti per clarinetto di Crusell sono le sue opere più note. Stilisticamente si rifanno al tardo classicismo viennese, ma riflettono anche l’influenza di compositori come Luis Spohr  e Carl Maria von Weber, i cui concerti per clarinetto fornivano un ovvio punto di riferimento per Crusell, il quale li compose per un proprio uso personale. Anche  se la musica scritta nei suoi concerti è tecnicamente abbastanza impegnativa, egli fa uso di passaggi virtuosistici, facendo un buon uso delle qualità coloristiche del clarinetto, della sua estensione sonora  e dei cambi di registro. Questi tre concerti mettono in evidenza il meglio di Crusell, poiché mostrano un grande sviluppo a livello tecnico e una raffinatezza strutturale. Lo stile di Crusell è di tipo conservatore. I suoi modelli non sono solo la musica strumentale di Mozart, ma anche le opere per strumenti a fiato della scuola di Mannheim. Si nota nelle sue composizioni una espansione musicale della struttura dei movimenti, inoltre le sezioni di sviluppo dei primi movimenti sono abbastanza prolungati con passaggi lirici tonalmente stabili, derivati forse da Schubert. Dei tre concerti per clarinetto, il terzo op. 11 in si b maggiore è certamente una delle migliori opere realizzate, grazie anche a una inventiva melodica (sia formalmente che liricamente) unica. Crusell dedicò questo concerto al principe ereditario Oscar di Svezia e Norvegia. Il suo stile musicale sembra evocare quello di Haydn e Weber, per alcuni tratti, anche se le melodie attraenti di Crusell hanno una propria individualità. Il concerto ha una durata di 25 minuti ed è formato da tre movimenti (come è la struttura tipica del concerto).

 

Il primo movimento, Allegro risoluto , è scritto nella tipica forma sonata, con i primi due minuti degli undici totali dedicati all’esposizione orchestrale dei temi principali del movimento, a cui segue l’ingresso del solista, che riprende i temi precedentemente esposti dall’orchestra con salti intriganti e arpeggi acrobatici che precedono la ripresa con cui termina il movimento. Il secondo movimento, Andante moderato , nella tonalità di mi b maggiore, ha una durata 6 minuti circa, ma non è particolarmente sproporzionato rispetto alla durata del primo movimento. E’ un movimento di eccezionale bellezza in cui si possono avvertire reminiscenze del grande concerto per clarinetto di Mozart, soprattutto nella sua cadenza. Inoltre qui Crusell fa uso di note cromatiche come elemento strutturale, spesso come elemento cardine della chiusura di frase. L’ultimo movimento del concerto, Alla polacca , è un rondò che fa un uso smodato del ritmo di danza di polonaise piuttosto marziale nella tonalità d’impianto.